OCCCU


1)      assenza di tassi d’interesse e bolli
2)      imposta fissa negativa
3)      motivazione a spendere e donare e non di accumulare
4)      creazione da parte degli individui e della comunità con il loro lavoro

Premessa

Cos’è la moneta, cosa misura e perché?


La moneta misura il valore del lavoro degli uomini. Fu creata per truffa, ma poi ci si rese conto che come misura del valore del lavoro facilita gli scambi.

La richiesta di moneta non è altro che un pagherò con il mio lavoro futuro. Acquistando una casa, o anche offrendo prodotti e servizi, la richiesta di moneta non è altro che un impegno con la comunità: voi mi date il vostro lavoro oggi e tutto in una volta ed io vi ripagherò con il mio lavoro un po’ alla volta per un certo periodo di anni.

Perciò, se io fallisco (perdo il lavoro o i miei prodotti vengono sostituiti ad altri della concorrenza) non potrò più tornare il lavoro promesso. Quindi un rischio esiste ed è reale. La comunità si accollerà (per forza di cose, poiché neanche ammazzandoti, non riceverà il lavoro promesso) i tuoi debiti da lavoro.

Se esiste, un rischio ci si chiede se non sia più efficiente spalmarlo su tutta la comunità o soltanto su parte di essa? L’evidenza empirica dimostra che è più efficiente e più efficace se il rischio viene spalmato su tutta la comunità. Non si sceglie sempre la via comunitaria, a volte si fanno finanziamenti diretti anche con soltanto parte della comunità (azionisti, associazioni, familiari, amici).

A questo punto, un premio per il rischio di fallimento è d’obbligo, vuoi anticipatamente (in base all’evidenza storica pago subito: esempi di sconto bancario, tasso fisso…), vuoi concomitante (in base all’andamento mensile si modifica anche la mia parte: esempio il tasso variabile) o vuoi susseguente (alla fine di ogni disastro mi si chiederà una parte proporzionalmente: esempi di aumenti di capitale, aumenti d’imposte e tasse…).

Si potrebbe anche optare di non pagare alcun premio per il rischio. Fenomeno molto diffuso: esempio aumento del debito per la spesa corrente (sia pubblico che privato), speculazioni, esenzioni e corruzioni. Non portano altro a quello che è sotto gli occhi di tutti (la crisi) e a un altro fenomeno molto conosciuto, la monetizzazione del debito: significa stampare moneta in sostituzione del premio per il rischio.

Mentre sulle tasse, imposte, premi (riserva frazionaria e tasso ufficiale di sconto) si possono fare una politica economica redistributiva e quindi equità e giustizia sociale, con la monetizzazione questo non è più possibile poiché è una tassa sempre proporzionale, quando non è inversamente proporzionale (pagano di più i poveri poiché gli investimenti derivanti e accumuli cadono negli imprenditori e i lavoratori recupereranno soltanto una parte susseguendo l’ondata inflazionaria).

Questo è un punto IMPORTANTISSIMO!

Se a questo punto del discorso si conviene che la moneta provvista di un tasso d’interesse è preferibile, ci si chiede cosa succede in occasione che sulla stessa moneta si speculi, cioè cosa succede se la comunità chiede un premio più oneroso del rischio stesso?

E’ un fenomeno generale è ben conosciuto che non riguarda soltanto gli istituti di credito, ma tutta l’imprenditoria in generale e non, riguarda anche tutti quei soggetti che risparmiano e non consumano (ottengono più di quanto hanno bisogno realmente). Vi è di più: sono individui ASSOLUTAMENTE LIBERI (è dir poco), perché possono permettersi di più di quanto immaginabile per loro.

Se ottengono di più della loro stessa libertà assoluta, ci si chiede chi paga?

Per non divulgarmi troppo in discorsi noti e stranoti parliamo del profitto e del plusvalore in generale.

Per cui, non è la moneta in sé un male, non lo è neanche l’interesse (è un bene!), sono gli accumuli (profitti e risparmi) il nostro male.

Torno a OCCCU.

1)      Ampiamente spiegato di sopra.
2)      Imposta fissa negativa. Da quello che ho capito nel paragrafo “Value creation & limitating accumulation”, ti dico che è assolutamente disincentivante per l’economia: più alti saranno i compensi non da lavoro, più poveri saremo tutti, specialmente quando il reddito non da lavoro deriva da speculazioni a scapito della povera gente. E’ un concetto ampiamente dimostrato dai neoliberisti col quale io concordo, anche se è soltanto una mezza verità e va ampliata sulla disoccupazione in sé e sul benessere sociale in generale. Loro non l’hanno fatto, lo sappiamo, per ovvi motivi ideologici. Ma questo è un altro discorso.

Vi è un altro aspetto ancor più inquietante che si collega con la premessa, il non lavoro. Si assume che ognuno di noi faccia un lavoro prezioso per la comunità. Bene, e se qualcuno non lo facesse? E se fossero in tanti? Si ritorna al discorso sulla monetizzazione del debito: cioè la comunità e specialmente i più poveri pagano al posto loro. Un non senso! Perché se è vero che un sistema del genere avrebbe dovuto favorire i più poveri.

3)      Già spiegato nella premessa: CONDIVIDO, ma l’abbiamo già una proposta in merito e guarda caso coincide con la teoria economica sulla tassazione progressiva di efficienza economica per garantire l’equilibrio economico e massimizzare il benessere sociale (detassare il reinvestimento e aumento esponenziale d’imposte indirette per risparmi non reinvestiti e beni di lusso), quello proprio caro ai (neo)liberisti e mai applicato fino in fondo per ovvi motivi ideologici.
4)      Già ampiamente spiegato nella premessa e nei punti precedenti: il valore della moneta tende sempre al valore del lavoro, sono le inefficienze artificialmente create che aumentano e aggravano (vogliono distorcere ma non ce la fanno -> crisi sistemica) questa eguaglianza.

Conclusioni

Il reddito di cittadinanza non è altro che un modo per rinviare il problema e continuare a schiavizzare il proletariato non offrendogli forza contrattuale tramite la piena occupazione. Dico rinviare il problema: il reddito di cittadinanza è un modo inefficiente e inefficace per affrontare il problema (lo dicono gli stessi liberisti), ma è anche meno peggio esserne sprovvisti.

Per cui, né gli uni, né gli altri non ragionano, propongono e ripropongono escamotage per non assumersi responsabilità. E lo possono fare perché la cittadinanza non conosce il meccanismo.

Com’è che dovrebbe funzionare?

“WIR”, un nome, una moneta. E’ la classica moneta in senso stretto ma con una sostanziale prospettiva: è regolata e decisa dagli stessi soggetti che ne usufruiscono, è AUTOGESTITA! Per cui sprovvista di profitto e secondi fini speculativi. Ha uno svantaggio unico: non ha corso legale, è puramente volontaria. Tant’è vero che degli imprenditori che si sono caricati di WIR, incombevano in grosse difficoltà e alcuni fallirono. Allo stato attuale sono convenuti che il WIR senza corso legale è auspicabile in una misura del 30% sul totale. Comunque consente un risparmio notevole: immaginatevi con un abbattimento del 30% sul costo del vostro mutuo, o sul costo del denaro per manodopera e investimenti in generale. Non male.

Il presente modello WIR io lo vedo come un’alternativa seria al modello attuale, come anche l'autogestione delle imprese in generale.

Bisogna anche ricordare ai fascistelli che di esempi socialisti ne esistono (come questo in Svizzera) e che funzionano alla grande.


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