MMT, INFLAZIONE E OCCUPAZIONE


“Gridano al pericolo inflazione, poiché le migliori condizioni economiche dei lavoratori li porteranno a spendere di più, immettendo molto denaro in giro (inflazione = molto $ in giro e pochi prodotti); come già spiegato più volte in precedenza, l’inflazione è l’unico limite vero alla spesa a deficit ma si controlla agevolmente con l’aumentata produzione derivante da quella spesa,” (Barnard, come anche in seguito, se non specificatamente segnalato)

Agevole? Vediamo un attimo di quanto agevole sia.


Assunzione principale:
Lo Stato stampa moneta priva di rischio e la spende per aumentare la produttività fino alla piena occupazione.

Implicazioni:
1) il premio per il rischio;
2) limite alla produttività;
3) profitto.


Scenario 1.

Lo Stato acquista 20 prodotti a 1€ ciascuno; l’imprenditore ne produce esattamente 20 e paga i lavoratori 18€ ricavandone un profitto di 2€; lo Stato mette in vendita i prodotti esattamente a 20€; i lavoratori non acquistano tutti i beni; allo Stato resta un invenduto di 2 prodotti del valore di 2€.

Nell’esercizio successivo lo Stato chiede la fabbricazione di 16 prodotti a 16€ (18 era la domanda, ma ce ne sono 2 a magazzino); e cosi fino a zero quando lo Stato non chiede più niente; resteranno i profitti nelle mani dell’imprenditore (2€ per ogni esercizio); lo Stato non avrà debiti perché stampa moneta.

Continuiamo col procedimento per assurdo, anche se in realtà questo non succede così linearmente. Ne vedremo le implicazioni in seguito.

Dopo una serie di esercizi all’imprenditore resterà il maggior profitto, i lavoratori ritorneranno alle condizioni preesistenti. Supponiamo che l’imprenditore investa una parte dei profitti (beni di lusso, nuovi macchinari, qualsiasi cosa…). Altri imprenditori che offriranno questi servizi si accorgeranno della maggior liquidità sul mercato e chiederanno, ovviamente, un prezzo maggiore: INFLAZIONE!!!

Supponiamo anche che l’imprenditore non investa niente, mette i soldi in banca e chiede un interesse privato. Ovviamente, con una liquidità cosi ingente, le banche offriranno un interesse pressoché nullo, ma allo stesso tempo offriranno anche mutui e prestiti personali a piccoli interessi, cosi che i lavoratori saranno invogliati a chiedere finanziamenti (case, macchine, consumi…). La maggior circolazione della moneta e maggior richiesta di consumi, che nel frattempo la quantità di beni non è stata ancora soddisfatta, provocano INFLAZIONE!!!

Tra privati, imprenditori e lavoratori, si crea una spirale fino a trovare un punto di massimo con la moneta in circolazione (a prescindere dalla moneta sovrana o meno). QUESTO E’ UN PUNTO CHIAVE.

Scenario 2.

Lo Stato acquista a 20 e vende a 18 per continuare a smaltire tutti i prodotti. Effettivamente, i lavoratori non tornano alla condizione preesistente e il gioco si perpetua all’infinito, ma se le condizioni tra privati del punto precedente provocano inflazione, le condizioni attuali le aggravano ulteriormente per via della maggior liquidità.

Scenario 3 (quello reale).

L’imprenditore massimizza il profitto e minimizza i costi: sulla richiesta di beni da parte dello Stato l’imprenditore modifica le sue scelte di produzione, che potrebbe anche dismettere una parte meno profittevole della produzione antecedente al deficit spending dello Stato reimpiegando una parte di lavoratori del processo produttivo vecchio, anche perché la maggior liquidità in giro gli permetterà un aumento dei prezzi (shock economico negativo), riconvertendolo di conseguenza OGNI VOLTA CHE ARRIVANO NUOVE RICHIESTE; PUNTO FONDAMENTALE!!!

Lo Stato a questo punto dovrà incrementare ogni volta le sue richieste per supplire alla dismissione del vecchio processo: DOMANDA ESPONENZIALE DELLO STATO. Il limite si raggiunge quando l’imprenditore produce interamente per lo Stato: vi rendete conto della GRAVITA’  di un tale approccio??? Poi, si ritorna a quanto detto di sopra sulla circolazione di moneta tra privati e un ulteriore aumento dell’inflazione.

Per garantire la piena occupazione, come abbiamo visto, lo Stato aumenta le sue richieste esponenzialmente, dove l’inflazione spiazza la maggior produttività tornando sempre al punto di partenza, finendo col produrre interamente per lo Stato. Quest’ultimo alla fine controllerà tutta l’economia del paese che apparentemente resterà solo sulla carta in mano ai privati: FASCISMO, o se volete, la “terza via”, o “né destra, né sinistra”!!!

La storia ne è piena di esempi (vedi Tony 27^02^12 16^35) di questo genere, quando la cartamoneta costava di meno della carta da parati!!!

Io penso che questi esempi bastino e avanzano, non dovendo neanche entrare nel merito sul premio per il rischio e la sua importanza, anche perché l’ho già fatto in passato. Vedi Tony  09^02^12 14^06.

Il punto fondamentale resta il profitto (una parte del pluslavoro), l’unico degno di un approfondimento sostanziale e con tutti gli annessi e connessi come la gestione dell’impresa. Non per niente leggo in giro che i principali proponenti di MMT e Positive Money siano in maggioranza destroidi “acculturati”, per non dire indottrinati!!! Questo punto, già di per sé, dovrebbe far riflettere i più attenti.

Barnard in “Il Più Grande Crimine” tocca da vicino il significato dell’inflazione, ma lo snobba in modo impressionante:

“che la spesa a deficit dello Stato conterrà l’inflazione perché stimolando la ricchezza nazionale stimola  anche la produttività (inflazione è troppo denaro in giro e pochi prodotti, nda). L’inflazione è in effetti l’unico limite possibile alla spesa a deficit del governo a moneta sovrana, e vi aggiungo due parole ancora per tranquillizzare. Essa Va tenuta d’occhio di sicuro, ma i limiti odierni imposti agli Stati Sono assurdi”

L’inflazione va tenuta d’occhio di sicuro, ma poi cambia discorso e si concentra sullo Stato??? Curioso l’approccio di Barnard!!!

E questo ritornello tra inflazione e produttività è continuo, anche quando cita i suoi mentori:

“L’unico limite è l’inflazione, ma se il governo spende per aumentare la produttività nel settore privato, allora l’inflazione non è più un problema” (Wray)

Quindi, lo ammette anche Wray, ma aggiunge la produttività. Abbiamo visto di sopra che la produttività centra fino ad un certo punto!!!

“limitare l’inflazione. Si è detto che: inflazione = troppo denaro in giro e troppi pochi prodotti. Se ciò accade, lo Stato tassa, si riprende i suoi soldi elargiti spendendo, e drena così l’allagamento di denaro per contenere l’inflazione.”

Ah, finalmente, lo Stato TASSA!!! Perché, lo Stato non potrebbe già oggi tassare il profitto non reinvestito??? Risparmiandosi così anche il controllo totale sull’economia???

Tutto il suo lavoro in seguito è un attacco continuo a Friedman, al neoliberismo, al neomercantilismo. Non si capisce bene se sia per una nuova “Bretton Woods” con moneta priva di rischio o per il controllo fascista della società??? Mistero!!!

Friedman ha le sue ragioni, come anche Smith e Ricardo, Pareto e Walras, ma non dal punto di vista liberista, le hanno da un punto di vista strettamente scientifico. Le loro teorie, riviste (di mooolto!!!) in un’ottica socialista, sarebbero più che valide, senza scomodare i vari neokeynesiani, nazisti e assimilati.


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